Stampa & Tributi del 21 dicembre 2023

Comuni, ultima battaglia sul rinvio dei bilanci. Corti di giustizia tributaria, ricorsi in calo del 23%. Fisco in ferie (ma non troppo). Tari, 8,1 milioni di italiani pagano la tariffa puntuale basata sui rifiuti prodotti. Imposta di soggiorno, Tar Lazio: sulle liti decide il giudice tributario.

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Comuni, ultima battaglia sul rinvio dei bilanci.

di Gianni Trovati

La data per il rinvio dei bilanci degli enti locali c’è già, ed è quel 29 febbraio su cui due settimane fa si sono incontrate in Conferenza Stato-Città le richieste degli amministratori per una proroga al 31 marzo e il freno del Governo che puntava a chiudere entro il 31 gennaio. Ma il decreto che ufficializza lo slittamento non c’è ancora, e il tema tornerà oggi al centro della nuova riunione della Stato-Città. Il problema è rappresentato dalla modalità della proroga, che deve fare i conti con il contesto della contabilità locale riformato dal decreto di luglio con il quale si è tentato di blindare il calendario della finanza di Comuni e Province. Il punto sostanziale è chiarissimo: fin qui la data standard, che prevede di chiudere i preventivi entro il 31 dicembre precedente all’anno di riferimento, non è mai stata rispettata, il termine è stato spostato a primavera negli anni migliori e all’autunno anche inoltrato in quelli peggiori cancellando in molti enti la possibilità di programmare gestione e investimenti. Per questo le nuove regole chiederebbero di evitare i rinvii generalizzati, e il provvedimento con la proroga dovrebbe indicarne le ragioni chiedendo agli enti di deliberare in consiglio l’adesione allo slittamento motivandone le cause. Nell’ottica dei sindaci però il tentativo è velleitario e si limita a produrre un appesantimento procedurale.

Corti di giustizia tributaria, ricorsi in calo del 23%.

Maria Mantero

M eno ricorsi presso le corti di giustizia tributaria: al 30 settembre erano 30.836 e nei tre mesi da luglio a settembre la diminuzione, rispetto allo stesso periodo 2022, è stata di circa il 23%, caratterizzando tutti e due i gradi di giudizio. Andamento di segno opposto invece quello delle definizioni, che nello stesso periodo sono cresciute del 7% soprattutto per quanto riguarda le decisioni depositate in primo grado. E una volta su due il giudizio è stato favorevole all’ente impositore.

Fisco in ferie (ma non troppo).

di Fabrizio G. Poggiani

S ospensione dell’invio delle comunicazioni e degli inviti da parte dell’Agenzia delle entrate nei mesi di agosto e dicembre di ogni anno. Fatti salvi, però, i casi, inevitabilmente discrezionali, di indifferibilità e urgenza. Così dispone l’attuale art. 10 dello schema di decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali in merito alla sospensione nell’invio delle comunicazioni e degli inviti nei periodi che vanno dall’1/8 al 31/8 e dall’1/12 al 31/12. La disposizione appena richiamata, al comma 1, prevede che, nei mesi di agosto e dicembre, l’Agenzia delle entrate sospenda l’invio delle comunicazioni relative ai controlli automatizzati, ai controlli formali e alle liquidazioni delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata e delle lettere di compliance. Il successivo comma fa salve, però, le sospensioni già previste dal comma 17, dell’art. 7-quater del dl 193/2016, convertito con modificazioni, dalla legge 225/2016, e del secondo periodo, del comma 11-bis dell’articolo 37 del dl 223/2006, convertito, con modificazioni, dalla legge 248/2006.

Tari, 8,1 milioni di italiani pagano la tariffa puntuale basata sui rifiuti prodotti.

Sono ormai 8,15 milioni gli italiani, dunque quasi uno su sei, che pagano la gestione dell’igiene urbana con il sistema della tariffazione puntuale, in cui il conto è misurato sulla base della quantità di rifiuti conferiti e non con i grezzi parametri della Tari ordinaria rappresentati dai metri quadrati dell’abitazione e dalla composizione della famiglia. La diffusione di questo metodo è in crescita repentina, e registra negli ultimi cinque anni un balzo del 41% rispetto ai 5,74 milioni che erano interessati dalla Tari puntuale nel 2018; ma questa evoluzione è affare quasi solo del Nord, dove si concentra il 94% dei Comuni che hanno adottato questo metodo; nelle Regioni del Centro si stanno ora avviando sperimentazioni più o meno importanti, mentre al Sud il tema rimane praticamente assente, confinato a una manciata di piccoli enti.

Imposta di soggiorno, Tar Lazio: sulle liti decide il giudice tributario.

di Andrea Taglioni

È di competenza del giudice tributario dirimere le controversie in materia di imposta di soggiorno. A stabilirlo, questa volta, non è la Corte dei conti – in seno alla quale si registra un orientamento contrapposto tra chi sostiene la propria competenza e chi, invece, declina la giurisdizione a favore del giudice tributario – ma il Tar del Lazio con la sentenza 18866/2023 del 13 dicembre. L’imposta di soggiorno è disciplinata dall’ articolo 4 del Dlgs 23/2011 e non può essere istituita da tutti i Comuni ma solo in quelli turistici, le città d’arte e i capoluoghi di provincia ed è a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sui propri territori. Tra le varie criticità che sono sorte nell’applicazione di tale normativa particolare rilevanza ha assunto la posizione giuridica del gestore della struttura ricettiva che, per effetto dell’articolo 180 del Dl 34/2020, individua nello stesso, il responsabile del pagamento del tributo. Inoltre, con l’articolo 5-quinquies del Dl 146/2021 il legislatore, con norma di interpretazione autentica ha stabilito che la qualifica di responsabile del pagamento dell’imposta di soggiorno del gestore della struttura ricettiva deve applicarsi anche al periodo precedente al 19 maggio 2020, data di entrata in vigore delle modifiche apportate dal Dl 34/2020.