Stampa & Tributi del 28 febbraio 2024

Accertamenti parziali senza contraddittorio preventivo.Accertamenti automatizzati fuori dall’obbligo. Cartelle, vanno in fumo 483 mld.

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Accertamenti parziali senza contraddittorio preventivo

Dal 18 gennaio 2024, gli uffici dell’agenzia delle Entrate, prima di emettere gli accertamenti o altri atti impositivi, devono, a pena di annullabilità degli atti, instaurare con il contribuente un contraddittorio obbligatorio, informato ed effettivo. È quello che prevede il nuovo articolo 6-bis «principio del contraddittorio», inserito nella legge 27 luglio 2000 n. 212, statuto dei diritti del contribuente, dal decreto legislativo 30 dicembre 2023 n. 219, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2024. L’obbligo del confronto preventivo Fisco contribuente non riguarda però gli accertamenti automatizzati. È questo, infatti, l’orientamento degli uffici sulla base delle indicazioni fornite dall’agenzia delle Entrate, direzione centrale di Roma.

Accertamenti automatizzati fuori dall’obbligo

Tenuto conto della natura automatizzata o sostanzialmente automatizzata degli avvisi di accertamento parziale emessi a norma dell’articolo 41-bis del decreto sull’accertamento, Dpr 600/1973, l’agenzia delle Entrate considera questi atti esclusi dall’obbligo del contraddittorio preventivo.

Cartelle, vanno in fumo 483 mld

Morti, nullatenenti e imprese fallite devono al fisco 483,2 mld di cartelle che l’Agenzia delle entrate riscossione ha ammesso non vedrà mai. E’ la somma dei crediti residui circa il 40% del magazzino monstre della riscossione, 1.200 mld, che ieri il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto M. Ruffini (nella foto) in audizione in commissione finanze del senato ha riconosciuto essere di difficile recuperabilità. Una vera e propria voragine per le casse dello stato e degli enti impositori. Non solo. Se come ha sottolineato Ruffini: «dal 1° gennaio 2000, ammonta a circa 1.206,6 miliardi di euro. L’importo dei crediti residui, per circa il 40 per cento, appare di difficile recuperabilità per le condizioni soggettive del contribuente (151,7 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali, 195 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 136,5 miliardi da soggetti che, in base ai dati presenti nell’Anagrafe tributaria, risultano nullatenenti)», c’è anche un 8% dei crediti (circa 100,4 miliardi di euro) per cui l’attività di riscossione, alla data del 31 dicembre 2023, è sospesa per effetto di specifici provvedimenti di sospensione delle attività di recupero, sono sospensioni disposte da provvedimenti emessi dagli enti creditori o dall’Autorità giudiziaria e anche gli importi residui dei carichi indicati nelle domande di adesione alla rottamazionequater, per i quali sono in corso i piani rateali di pagamento agevolato, pari 18,8 mld. «Residua il 52 % dei crediti (pari circa a 623 miliardi di euro)», calcola Ruffini, «di cui l’81 per cento (pari a 502,5 miliardi di euro) si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’agente della riscossione ha già svolto, in questi anni, azioni esecutive e/o cautelari»

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Il video

https://www.youtube.com/watch?v=qJWBdWb7irI

Il podcast

https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu