Riscossione locale al restyling. IA in fase pre istruttoria. Statuto del contribuente, decreto attuativo in ritardo per il rebus esclusioni dal contraddittorio preventivo. Atti di recupero, in 8 anni il tempo di verifica. Gli enti devono adeguarsi alla riforma fiscale. Cybersecurity, alla Pa forniture solo se con standard avanzati.

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Riscossione locale al restyling

di Francesco Cerisano

Il cantiere della riscossione locale è pronto a partire. Cambieranno le regole della riscossione spontanea e di quella coattiva. I contribuenti potranno contare su un ravvedimento operoso più lungo e su strumenti come il controllo formale e gli avvisi bonari in modo da avviare un dialogo molto più proficuo con l’ente locale impositore. E saranno rivisti e forse definitivamente rottamati (“si può pensare di eliminarli”, ha ammesso il viceministro all’economia Maurizio Leo) i meccanismi del ruolo e dell’ingiunzione, sempre più inadatti alle specificità della riscossione locale, per dare spazio invece alla definizione agevolata sulla falsariga di quanto previsto per i tributi erariali. L’obiettivo, insomma, sarà mettere benzina nel motore della riscossione locale dando più impulso agli accordi col contribuente, alla compartecipazione (finora piuttosto timida) dei comuni nel recupero del gettito fiscale evaso e al dialogo tra banche dati (vero tallone d’Achille di un sistema che ne conta almeno una decina a cui anche il dipartimento delle Finanze fa fatica ad accedere, come ammesso dal direttore Giovanni Spalletta, non tanto per problemi tecnologici ma quanto per profili di tutela della riservatezza).

IA in fase pre istruttoria

di Cristina Bartelli

L’intelligenza Artificiale non motiverà né realizzerà gli atti impositivi. I sistemi di analisi di rischio ad alta evoluzione tecnologica saranno impiegati, come avviene attualmente, in una fase pre istruttoria che non sostituisce la sintesi fatta dal funzionario dell’Agenzia. Questo è il chiarimento/impegno del direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto M. Ruffini, intervenuto ieri a Milano al convegno organizzato dall’ordine degli avvocati milanesi su Intelligenza artificiale e fisco, che ha voluto delimitare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro dell’amministrazione.

Statuto del contribuente, decreto attuativo in ritardo per il rebus esclusioni dal contraddittorio preventivo

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Oltre a introdurre il concordato biennale, il decreto legislativo approvato ieri in via definitiva dal Consiglio dei ministri completa il puzzle normativo sulle nuove tutele del contribuente, che si sviluppano intorno al perno degli obblighi di contraddittorio preventivo sanciti dal provvedimento sullo Statuto. Quest’ultimo, però, è entrato in vigore il 18 gennaio scorso ma deve ancora vedere l’arrivo dello snodo cruciale per passare ai fatti: il decreto ministeriale che fissa l’elenco degli atti esclusi dall’obbligo di passare prima attraverso un confronto tra fisco e contribuente. Il punto è delicato, come appare complicato l’equilibrio da trovare fra le garanzie del contribuente, che puntano ad ampliare il più possibile l’estensione dell’ombrello assicurato dal contraddittorio, e le esigenze di funzionalità dell’amministrazione finanziaria, che invece provano a restringerlo per limitare il nuovo carico di lavoro. In questa direzione premono anche gli amministratori locali, titolari di pagamenti mediamente molto più leggeri di quelli indirizzati all’amministrazione centrale, che temono di subire un forte appesantimento procedurale nella gestione delle loro entrate che già oggi non brillano per particolari capacità di riscossione.

Atti di recupero, in 8 anni il tempo di verifica

Cristina Bartelli

Atti di recupero in 8 anni, si allungano così i tempi di accertamento, in precedenza fissati in cinque anni, mentre per le verifiche del fisco ci dovrà essere sempre un contraddittorio preventivo. È questa una delle novità del decreto legislativo, il settimo, approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri, in attuazione della legge delega di riforma fiscale (Riforma Leo). A metà febbraio, come già ha anticipato il viceministro Leo, toccherà ai dlgs sanzioni e riscossione che inaugureranno le attuazioni del 2024. L’altra novità fondante del decreto è l’introduzione del concordato preventivo biennale.

Gli enti devono adeguarsi alla riforma fiscale

Matteo Barbero

Gli enti locali devono adeguare i propri regolamenti sui tributi alla riforma fiscale. Il decreto legislativo 219/2023, attuativo degli artt. 4 e 17, comma 1, della legge delega 111/2023, è intervenuto modificando le norme dello statuto del contribuente (legge 212/2000), con un riflesso importante anche sulla disciplina regolamentare. Il novellato art. 1 dello statuto dispone, al comma 3, che gli enti regolano la materia secondo i principi stabiliti dalla legge. Il successivo comma 3-bis prevede le nuove disposizioni valgono come principi per gli enti locali, che adeguano gli ordinamenti. Infine, il comma 3-ter precisa che gli enti locali non possono stabilire garanzie inferiori a quelle assicurate dalle disposizioni di cui al comma 3-bis. In questo quadro, ogni ente è chiamato ad una attenta verifica dei propri regolamenti, in particolare per quanto riguarda le norme su contraddittorio, tutela dell’affidamento, ne bis in idem, proporzionalità e autotutela.

Cybersecurity, alla Pa forniture solo se con standard avanzati

Nell’approvvigionamento di beni e servizi informatici in un «contesto connesso alla tutela degli interessi nazionali strategici», la Pubblica amministrazione dovrà tenere presente «gli elementi essenziali di cybersicurezza». Tradotto: le imprese del settore per partecipare alle gare di fornitura dovranno garantire questi profili di sicurezza, viceversa saranno escluse. L’annunciata stretta entra nel Ddl Cybersicurezza, varato ieri dal Consiglio dei ministri, che ora viaggia spedito verso il passaggio parlamentare.

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Il video

https://www.youtube.com/watch?v=pf9WH1R-YzI

Il podcast

https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu