Autonomia e federalismo fiscale, la Corte dei conti fa il punto sulle riforme. Ravvedimento ai titoli di coda. Mappe catastali, regole per l’estrazione telematica gratuita. Imu: il tax gap che pesa sui Comuni tra servizi a rischio ed evasione da contrastare.
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Autonomia e federalismo fiscale, la Corte dei conti fa il punto sulle riforme.
Nell’audizione del 19 marzo, il Presidente della Sezione Autonomie, Francesco Petronio ed il Consigliere Stefano Glinianski, hanno illustrato un quadro caratterizzato da luci e ombre. La riforma fiscale nazionale, pur non intervenendo direttamente sui tributi locali, influirà sulla finanza decentrata mediante decreti e testi unici specifici che garantiranno risorse adeguate agli enti locali. Occorre tuttavia valutare attentamente come tali modifiche incideranno sull’autonomia fiscale degli enti locali. Per realizzare pienamente il federalismo fiscale sarà necessario sostituire progressivamente i trasferimenti statali con risorse fiscali autonome, assicurando fondi sufficienti alle funzioni fondamentali e riequilibrando quelle facoltative secondo la capacità fiscale. Infine, tra le novità introdotte dai decreti delegati figura l’estensione ai Comuni dei principi di compliance e contraddittorio preventivo tra fisco e contribuenti. Il Governo intende introdurre istituti quali l’adempimento spontaneo, la definizione agevolata, l’accertamento con adesione, le conciliazioni, lettere di compliance e avvisi bonari, prevedendo anche forme premiali per i contribuenti che effettuano pagamenti tramite addebito diretto sul conto corrente. Si ipotizza, inoltre, un potere transattivo degli enti locali sui tributi locali per le imprese in crisi (transazione fiscale). Su questo tema, la Corte dei conti ha ripetutamente evidenziato, recentemente anche con la Sezione Lombardia, l’impossibilità di applicare la composizione negoziata della crisi ai tributi locali, sottolineando la necessità di un intervento legislativo specifico.
Ravvedimento ai titoli di coda.
R avvedimento speciale al rush finale : gli atti di avvio dei controlli da parte dell’agenzia delle entrate notificati non bloccano l’accesso all’istituto da effettuarsi entro il 31 marzo prossimo. La scelta per la sanatoria, in ogni caso, fa i conti con la proroga dei termini di accertamento connessi, essenzialmente, al fatto che i versamenti potranno essere effettuati con modalità rateizzata. Sono questi alcuni degli elementi che appare opportuno riepilogare e rammentare a pochi giorni dalla scadenza prevista dall’articolo 2 quater del dl 113 del 2024 in tema di ravvedimento speciale. Come noto, l’istituto che prevede il pagamento di una imposta sostitutiva per le annualità ancora accertabili in capo ai soggetti ISA che hanno optato per il concordato preventivo biennale, disciplina una scadenza di pagamento delle somme dovute da effettuarsi entro il 31 marzo prossimo, secondo quanto previsto dal comma 8 della norma.
Mappe catastali, regole per l’estrazione telematica gratuita.
In attuazione del decreto di riforma delle imposte indirette (Dlgs 139/2024), il 25 marzo è stato emanato il provvedimento n. 147556 del direttore dell’agenzia delle Entrate che disciplina l’estrazione telematica gratuita delle mappe catastali, possibile su tutto il territorio nazionale a eccezione dei territori delle province autonome di Trento e di Bolzano. I fogli di mappa catastale sono resi disponibili, a titolo gratuito, nell’area riservata del sito dell’Agenzia, accessibile da ogni contribuente mediante autenticazione digitale con le credenziali Spid, con la carta di identità elettronica (Cie) o con la carta nazionale dei servizi (Cns), ovvero, nei casi previsti, tramite le credenziali rilasciate dalla stessa agenzia delle Entrate. Per i Comuni, le unioni di Comuni e le comunità montane e isolane, i fogli di mappa della cartografia catastale sono resi disponibili anche tramite il portale per i Comuni.
Imu: il tax gap che pesa sui Comuni tra servizi a rischio ed evasione da contrastare.
Tax Gap Imu quantifica la differenza tra il gettito teorico, ossia l’importo che i Comuni dovrebbero incassare applicando le aliquote Imu alla base imponibile degli immobili, e il gettito effettivo, cioè quanto realmente versato dai contribuenti. Il gettito teorico si calcola partendo dalla rendita catastale di ciascun immobile, rivalutata secondo i coefficienti stabiliti dalla normativa vigente, su cui si applicano le aliquote comunali. Tuttavia, il gettito effettivo risulta spesso inferiore a quello teorico non solo per l’effetto di esenzioni e detrazioni, ma soprattutto a causa di fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che costituiscono una parte significativa del tax gap Imu. Si stima che questa perdita annua per i Comuni ammonti complessivamente a circa 5 miliardi di euro, pari al 20,9% del gettito teorico. Questo divario rappresenta una criticità rilevante per la gestione finanziaria degli enti locali, rendendo il tax gap Imu un indicatore essenziale per valutare l’efficacia delle politiche di accertamento e riscossione dell’imposta. Secondo la relazione sull’evasione fiscale e contributiva 2024 del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), il tax gap Imu varia notevolmente a livello territoriale. In Calabria, ad esempio, raggiunge il 39,6%, il valore più alto a livello nazionale, mentre in Campania e Sicilia si attesta rispettivamente al 33,5% e 33,2%. Anche in Basilicata, Sardegna, Lazio, Molise e Puglia il divario supera la media nazionale, attestandosi su valori compresi tra il 30% e il 25%, mentre i Comuni di Umbria e Abruzzo, pur non raggiungendo i picchi delle regioni più critiche, si avvicinano al dato medio nazionale, perdendo di vista circa un quinto della loro Imu teorica, ed evidenziando comunque una significativa dispersione di risorse pari a circa un quinto del gettito teorico totale. Al contrario, in regioni come l’Emilia-Romagna (11,1%) e la Valle d’Aosta (10,8%) si registrano valori molto più contenuti, grazie a una maggiore efficacia nei controlli e nella gestione del gettito.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=O1aP9L6SG5M
Il podcast
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