Estratti di ruolo, ricorso non rimesso in discussione d’ufficio. Niente spese di giudizio dopo il perfezionamento della rottamazione. L’autotutela e la motivazione degli atti tributari secondo la Cassazione. Imu, obbligo dichiarativo annuale per accedere a un’agevolazione. Canone unico patrimoniale, assist alla Cassazione per il giudice competente.
#newsletter #dirittotributario #imu #tari #canoneunico #accertamento #riscossione #stampaetributi
Estratti di ruolo, ricorso non rimesso in discussione d’ufficio.
Il ricorso basato su estratti di ruolo ammesso in primo grado non può essere rimesso in discussione d’ucio se nessuna parte ha proposto il problema in appello. È quanto aerma la Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 6064 depositata il 6 marzo 2025.
Niente spese di giudizio dopo il perfezionamento della rottamazione
Definizioni agevolate, rottamazione cartelle, chiusura delle pendenti o conciliazioni definiscono per legge ogni aspetto della controversia, con la conseguenza che nessuna delle parti, ufficio o contribuente, può chiedere il pagamento delle spese di giudizio alla parte soccombente. Sbaglia perciò l’ufficio che le chiede, a seguito della sentenza emessa dai giudici di primo grado, a un contribuente che ha chiuso la lite con la rottamazione cartelle. L’agenzia delle Entrate-Riscossione il 21 ottobre 2024 notifica una cartella chiedendo 305,88 euro, per spese di giudizio (300) e diritti di notifica (5,88) a seguito di una sentenza emessa dalla Cgt di primo grado che ha respinto il ricorso del contribuente contro cartelle di pagamento, per tasse automobilistiche. Il contribuente ha presentato la domanda per la rottamazione, definizione correttamente perfezionata con il pagamento degli importi dovuti. Ma l’ufficio, con una nuova cartella, ha chiesto il pagamento delle spese di giudizio.
L’autotutela e la motivazione degli atti tributari secondo la Cassazione
La sentenza della Corte di cassazione, n. 3860 del 15 febbraio 2025, ha fornito alcune importanti indicazioni in merito all’esercizio dell’autotutela e alla motivazione degli avvisi di accertamento. Con riferimento all’autotutela, la sentenza riprende quanto affermato dalla sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte, n. 30051/2024, in merito alla legittimità dell’autotutela sostitutiva in mala partem, consistente nella facoltà dell’amministrazione di annullare, sia per vizi formali che per vizi sostanziali, un atto impositivo viziato e di emettere un nuovo avviso di accertamento anche contenente una maggiore pretesa. Certamente ciò deve avvenire entro il termine di decadenza per la notifica degli avvisi di accertamento ed è precluso dalla presenza di un’eventuale sentenza passata in giudicato. L’autotutela sostitutiva in mala partem si differenzia dall’accertamento integrativo, in quanto, pur se in entrambi i casi viene emesso un nuovo atto che contiene una maggiore pretesa impositiva rispetto a quello originario, nella prima ipotesi viene effettuata una valutazione dell’atto originario, che porta al suo annullamento, nella seconda ipotesi invece non si procede a una rivalutazione dell’atto originario, ma semplicemente si emette un nuovo atto contenente una pretesa tributaria aggiuntiva. Accertamento integrativo che, nel caso dei tributi locali, dovrà essere rispettoso del divieto di bis in idem, contenuto nell’articolo 9-bis della legge 212/2000.
Imu, obbligo dichiarativo annuale per accedere a un’agevolazione.
L’orientamento della Corte di Cassazione relativo alla obbligatorietà della dichiarazione Imu al fine di avere accesso a un’agevolazione prevista dalla legge si arricchisce di una nuova ordinanza, emessa dalla sezione 5, Cassazione Civile, pubblicata il 30 marzo 2025, numero 8357.L’ordinanza ha in sé, però, una importante novità riportata al punto 2.8: la necessità di presentare ogni anno la dichiarazione per i beni merce e, si potrebbe ritenere a questo punto, per tutti gli altri casi per i quali la normativa Imu prevede un’agevolazione. Infatti è scritto che le condizioni per l’esonero Imu, rappresentate, per un verso, dalla destinazione alla vendita dei fabbricati, e, per altro verso, dallo stato di non locazione degli stessi, devono essere oggetto di specifica indicazione nella denuncia Imu, da presentare relativamente a ciascuna annualità per le quali si chiede l’applicazione dell’esenzione in discussione, trattandosi di fatti potenzialmente variabili da periodo a periodo, e che vanno dunque portati a conoscenza dell’Ente impositore circa la loro permanenza.
Canone unico patrimoniale, assist alla Cassazione per il giudice competente.
Sarà la Cassazione a dover decidere sull’individuazione del giudice competente a decidere sul canone unico patrimoniale. La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Vicenza (giudice monocratico Genovese) con una ordinanza depositata il 7 aprile scorso ha, infatti, rinviato la questione alla Suprema corte, in base all’articolo 363- bis del Codice di procedura civile. Nell’ambito di un giudizio avente ad oggetto un accertamento esecutivo, concernente il canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria e pubbliche affissioni (Cup), relativo ad esposizioni ritenute imponibili, la società ricorrente nel proprio ricorso ha individuato come competente il giudice tributario, nonostante la diversa indicazione contenuta nell’atto impugnato, che individuava nel giudice ordinario l’autorità munita di giurisdizione.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=eMHvX0spQmw
Il podcast
https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu