Tributi locali, il decreto con le sanatorie cancella l’esenzione Tari per le imprese. Contraddittorio a doppio taglio. Il bonus rifiuti gonfia la Tari.
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Tributi locali, il decreto con le sanatorie cancella l’esenzione Tari per le imprese.
Il cuore del provvedimento unisce la carota delle «definizioni agevolate» in autonomia al bastone imbracciato dai “pignoramenti sprint” sui tributi locali, che diventa però un po’ meno accelerato rispetto alle ipotesi iniziali: la sospensione delle azioni esecutive si riduce da 120 a 60 giorni (erano 30 giorni nelle bozze di fine gennaio) quando la notifica è prodotta dallo stesso soggetto che riscuote, e passa da 180 a 90 giorni (e non a 60) negli altri casi. Sull’Imu la riforma fissa il principio della dichiarazione unica, che impedirà ai sindaci di chiedere comunicazioni alternative, e allineandosi alla Cassazione precisa che le agevolazioni potranno essere riconosciute solo a chi presenta il documento.
Contraddittorio a doppio taglio.
Il nuovo contraddittorio preventivo è un’arma a doppio taglio per il contribuente. Tramontate le osservazioni al PVC, le possibilità di replica del soggetto interessato da una verica sono dierite al momento dell’emissione dello schema d’atto e i termini per la notica dell’avviso di accertamento denitivo diventano impossibili da calcolare in modo preventivo. Le recenti vicende di Meta (su ItaliaOggi dello scorso 3 aprile) e altre big tech con il sco italiano hanno acceso i riettori anche dell’opinione pubblica internazionale sulle procedure previste per la contestazione e formalizzazione delle violazioni scali, oltre che sulle successive opzioni per intavolare un dialogo tra contribuente e Amministrazione.
Il bonus rifiuti gonfia la Tari.
R incari Tari per nanziare il bonus riuti. La riduzione automatica del 25% della Tassa riuti di cui potranno beneciare i nuclei familiari con Isee non superiore a 9.530 euro (soglia elevabile a 20 mila euro in presenza di almeno quattro gli) verrà infatti nanziata da una componente perequativa di 6 euro da imputare a tutte le utenze, domestiche e non. Una quota che in ultima istanza toccherà ai comuni corrispondere in caso di mancato pagamento da parte degli utenti del servizio. Circostanza non inusuale, anzi piuttosto diusa, se si considera che la tassa riuti risulta la più evasa in Italia visto che non può contare sullo spauracchio del distacco dell’utenza. Per questo il contributo perequativo imposto da Arera nisce per assumere i connotati di “un onere del tutto ingiusticato” per i comuni, in quanto chiede di anticipare “quote calcolate sulla base delle bollette emesse e non su quelle effettivamente riscosse”
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=uwRaEu88oDM
Il podcast
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