Delega fiscale, spunta il rinvio ad agosto 2026. Accertamenti, proroga addio. L’Anpr non parla col fisco. Countdown per l’acconto Imu. Cassazione: per l’Imu debiti ereditari mai solidali. Canone per i servizi di rete ancora nel caos.
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Delega fiscale, spunta il rinvio ad agosto 2026.
di Marco Mobili e Giovanni Parente
La delega fiscale va verso un rinvio di un anno per l’attuazione arrivando così ad agosto 2026. Tempi più ampi anche per l’operazione Testi unici per cui il Governo avrà tempo fino al termine del 2026 rispetto alla deadline attuale del 2025. Con un effetto a cascata anche per il riordino del gioco fisico. L’emendamento presentato in commissione Finanze alla Camera al Ddl del Governo (atto 2384) sul rinvio dei termini per attuare la riforma fiscale (legge 111/2023) dalla relatrice Mariangela Matera (FdI) riscrive lo scenario per la delega. Mentre il testo attuale puntava a tempi supplementari contenuti fino al 31 dicembre, con l’emendamento sostenuto dall’Esecutivo il termine si allunga ad agosto 2026. E con un effetto domino si allungano i tempi per i Testi unici: finora sono quattro quelli già arrivati al traguardo, mentre quello sul registro è stato esaminato in via preliminare in Cdm. La strada da completare richiede un termine più ampio a fine 2026.
Accertamenti, proroga addio.
di Duilio Liburdi e Massimiliano Sironi
Eliminazione della proroga di 85 giorni ai ni degli accertamenti con poca utilità pratica: nella normalità dei casi, infatti, il 31 dicembre 2025 scade il termine di accertamento del periodo di imposta 2019 che già non era interessato dalla proroga. Che era entrata in vigore prima del termine ordinario di presentazione delle dichiarazioni relative proprio al 2019. In ogni caso, sempre per questo periodo di imposta, laddove l’agenzia delle entrate dovesse attivare a ridosso della ne del periodo di imposta la procedura prevista dall’articolo 6 bis della legge n. 212 del 2000, il termine di accertamento risulterà automaticamente prorogato proprio per eetto della disposizione contenuta nello Statuto dei diritti del contribuente.
L’Anpr non parla col fisco.
di Enrico Pintaldi
Aumentano le dicoltà per gli uci tributi, con l’anno 2025 che non sarà ricordato per le scelte epocali dell’avviato processo di riforma scale, ma per i disagi generati dalla discutibile scelta del legislatore di introdurre tante novità così ravvicinate. I Comuni non hanno fatto in tempo ad adeguare i regolamenti al nuovo statuto del contribuente che hanno dovuto confrontarsi con le conseguenze dell’istituzione della terza componente perequativa che dovrà nanziare il bonus sociale della Tari.
Countdown per l’acconto Imu.
di Sergio Trovato
Mancano 10 giorni per la scadenza del pagamento dell’acconto Imu. Il 16 giugno, infatti, è l’ultimo giorno utile per pagare la prima rata Imu senza sanzioni e interessi. Dal giorno successivo, i ritardatari potranno avvalersi del ravvedimento operoso pagando una mini sanzione. Sono tenuti a versare l’acconto i titolari di fabbricati, aree edicabili e terreni. Sono invece esonerati dal pagamento gli immobili adibiti a abitazione principale, tranne quelli di lusso, ville e castelli, ai quali è riconosciuta una detrazione d’imposta. Dell’esenzione fruiscono anche gli immobili merci delle imprese, destinati alla vendita e non locati, gli immobili posseduti e utilizzati dagli enti non prot, anche in comodato, quelli occupati abusivamente e i terreni agricoli. Pagano l’imposta in misura ridotta gli immobili locati a canone concordato, quelli inagibili, le unità immobiliari date in uso gratuito a parenti in linea retta, entro il primo grado, e i fabbricati di interesse storico o artistico. L’acconto può essere calcolato applicando le aliquote e le detrazioni deliberate dai comuni per l’anno precedente. L’importo da versare è pari alla metà di quanto pagato nel 2024. Scelta quasi obbligata, poiché con le novità introdotte dal 2025 è più che probabile che le amministrazioni comunali non abbiano ancora pubblicato sul sito del dipartimento delle Finanze i prospetti con le aliquote approvate.
Cassazione: per l’Imu debiti ereditari mai solidali.
docente Anutel Ets
L a Cassazione, con l’ordinanza n. 11097 del 28 aprile, è tornata ad arontare il tema dell’esercizio della potestà impositiva nei tributi locali (nella specie Imu) nelle successioni mortis causa, per l’Imu non vi è un’espressa deroga al principio generale della ripartizione pro quota tra i coeredi del debito del de cuius”. Pertanto, in tema di responsabilità per i debiti ereditari tributari, in mancanza di norme speciali che vi deroghino, dovrà trovare applicazione la disciplina comune di cui agli artt. 752, 754 e 1295 del Codice Civile, in base alla quale gli eredi rispondono dei debiti in proporzione delle loro rispettive quote ereditarie.
Canone per i servizi di rete ancora nel caos.
Docente Anutel Ets
Emblematico quanto sta accadendo nel settore delle telecomunicazioni: per il 2025 nessuna società ha versato il canone in base alle utenze attive di ciascun territorio. Tim, la società ex monopolista, si è chiamata fuori a seguito della vendita della rete, altre compagnie si sono ritenute estranee al presupposto dichiarando di svolgere l’attività solo con collegamenti virtuali all’infrastruttura, altre ancora si dichiarano aziende strumentali all’erogazione e pagano l’importo minimo forfetario. Il danno per i comuni e le province sull’entrata di bilancio è enorme. Di fatto nessuno sta versando, come imporrebbe la legge, per le oltre 20 milioni di utenze di rete ssa attive nel Paese. Chi tutelerà le pubbliche amministrazioni? Davvero vogliamo che ogni singolo ente debba intraprendere lunghi e onerosi contenziosi contro queste corporate del settore?
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Il video
https://www.youtube.com/watch?v=Wtup7aWzQII
Il podcast
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