Scattano i controlli sui requisiti degli Ets iscritti nel Registro unico. Eventi privati, obbligo di pagare la Polizia locale. Riapertura termini per aliquote Imu 2025. Tari, i comuni non ci stanno.
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Scattano i controlli sui requisiti degli Ets iscritti nel Registro unico
Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) scattano i controlli triennali: riflettori accesi sulla permanenza degli enti. Nel sistema disegnato dal Codice del Terzo settore, l’iscrizione nel Runts non rappresenta un mero adempimento formale, ma segna l’ingresso in un regime amministrato e presidiato dagli Uffici territoriali. A questi ultimi è affidato un duplice compito: vigilare sull’ingresso degli enti nel Registro e verificare, nel tempo, la permanenza dei requisiti necessari alla qualifica di Ente del terzo settore (Ets). È proprio quest’ultima dimensione, spesso meno visibile, che diventa centrale nel 2025, anno in cui matura in astratto per la prima volta l’obbligo di controllo triennale introdotto dall’articolo 21 del Dm 106/2020. La norma prevede che ogni Ets sia oggetto di revisione almeno ogni tre anni, al fine di accertare la persistenza dei requisiti che ne giustificano l’iscrizione.
Eventi privati, obbligo di pagare la Polizia locale
Si congura la colpa e la responsabilità per danno erariale a carico dell’amministratore comunale che, nonostante la proposta avanzata dal Comandante, ometta di portare all’approvazione la delibera nalizzata ad approvare il regolamento con il quale i costi per l’utilizzo della Polizia Locale in occasione di manifestazioni ed eventi, privi di interesse pubblico e caratterizzati da nalità lucrative, siano pagati dagli organizzatori. Lo aerma la Corte dei Conti, sezione giurisprudenziale per la Campania, con la sentenza n. 106 del 24/03/2025.
Riapertura termini per aliquote Imu 2025
L’ art. 6 del decreto legge 84 del 17 giugno 2025, rubricato “Proroga e sanatoria delle delibere approvative del Prospetto IMU”, riapre i termini per approvare le aliquote Imu 2025 limitatamente a quei Comuni che non hanno adempiuto a tale obbligo entro il 28 febbraio scorso sulla base di quanto stabilito dal comma 757 della legge 160/2019 e sana, invece, quelle delibere che sono state approvate correttamente ma, comunque, oltre il termine suddetto.
Tari, i comuni non ci stanno
I Comuni iniziano a schierarsi formalmente contro Csea, la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali che tra maggio e giugno ha iniziato a controllare le prime dichiarazioni presentate a gennaio dai gestori della Tari e della taria corrispettiva e i versamenti eettuati entro il successivo 15 marzo, adempimenti relativi alle perequative Ur1 e Ur2 istituite dal 2024 con Delibera Arera 386/2023.
E ancora: la delibera Arera e le circolari Csea dispongono che le perequative si applicano a tutte le utenze come maggiorazione della Tari. Da ciò si desume che il soggetto passivo sia il titolare dell’utenza e non il Comune, come peraltro sostenuto dalle deliberazioni 4 e 5 del 22/1/2025 della Corte dei Conti ligure. In tutto questo caos è quantomai necessario un intervento del legislatore, per denire una volta per tutte la questione.
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Il video
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Il podcast
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